LA RISAIA VA AL CINEMA

Negli anni del neorealismo il cinema in risaia ha prodotto dei film che si sono trasformati in veri e propri cult. Riso Amaro ne è l’esempio più celebre. Seguito a ruota da “La Risaia”, prodotto nel 1956 da Carlo Ponti Cinematografica, De Laurentiis ed Excelsa Film, diretto da Raffaello Matarazzo e distribuito da Minerva Film. Siamo nel Novarese, a Casalino, alla Cascina Graziosa. Qui una bellissima Elsa Martinelli è protagonista di una storia di povertà, lavoro e sentimenti. Era un’indossatrice, aveva esordito negli Stati Uniti con Kirk Douglas ed era uno dei personaggi del gossip del tempo. (Segue dopo la foto)

Ricexperience: Elsa Martinelli nel film La Risaia
Ricexperience: Elsa Martinelli nel film La Risaia

Un intrigo familiare

Il cinema entra in cascina e in risaia per raccontare di Padron Pietro, che scopre di avere tra le mondine sua figlia. Elena Fonti è una figlia illegittima. Pietro cerca, senza rivelarle il segreto, di proteggerla. Elena ha un fidanzato, che non vede di buon occhio questo interesse del padrone per la ragazza. Una notte un nipote di Pietro cerca di violentare Elena, il fidanzato la difende ma durante la colluttazione l’aggressore muore. Sarà il padrone a dichiararsi colpevole. (Segue dopo il video)

Nelle risaie della Graziosa

In seguito al grande successo di Riso amaro, Carlo Ponti ha cercato di continuare sullo stesso filone e affidandosi a Matarazzo, regista di successo soprattutto nell’inscenare melodrammi e trame passionali. I paesaggi sono sempre quelli della risaia piemontese, le protagoniste sono ancora le giovani con abiti audaci e gambe scoperte. Anche qui si racconta, questa volta a colori, del lavoro in risaia, della vita in cascina, dei tanti sentimenti che nascevano. Ci sono i balli e le risse. (Segue dopo la foto)

Ricexperience: la Cascina Graziosa oggi
Ricexperience: la Cascina Graziosa oggi

Ci sono le oltre cinquecento mondine della Cascina Graziosa e le centinaia di braccianti che lavoravano nei campi. Si vede il trapianto del riso, il lavoro con la schiena piegata, i piedi nell’acqua. E ancora una volta il cinema in risaia assume toni di romanzo, di tragedia e di cronaca. Con un discreto successo commerciale. Se si vuole fare un confronto, questo, che si definisce anche “neorealismo rosa”, rappresenta la discesa du una parabola. Sicuramente, però, un racconto di quanto il riso e la sua coltivazione facciano da specchio di un intero territorio. Autore: Giulia Varetti

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