«TROPPO RISO NON PARLA ITALIANO»

“Siamo passati velocemente dal boom del riso italiano durante il lockdown all’aumento delle importazioni dall’estero” ci ha detto Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo.

“Proprio alla luce di questa situazione vogliamo riportare l’attenzione sulla valorizzazione del nostro riso. Il Piemonte, lo sappiamo, è la prima regione in Europa per produzione, con 8 milioni di quintali e circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari. Ma continua ad esserci lo scoglio dell’etichettatura d’origine, in vigore solo in Italia. Doveva essere recepita dopo aprile 2020 come regolamento europeo, ma l’emergenza Covid-19 ha prorogato tutto. Se l’Europa non fa sua questa pratica e lascia che solo in Italia ci sia questa garanzia per consumatori e produttori, non ha nessun senso. E, parallelamente, diventa sempre più fondamentale regolamentare le importazioni da paesi senza regole, che non rispettano il lavoro e la popolazione impiegata”.

I dati di Ente Risi

Sono queste le parole di Coldiretti a seguito della pubblicazione degli ultimi dati da parte di Ente Risi. In occasione dell’ultimo Comitato di gestione OCM Unica (cereali e zucchero) del 28 maggio scorso, a Bruxelles, la delegazione italiana ha infatti presentato le criticità legate al forte aumento delle importazioni in UE di riso in confezioni fino a 20 kg.

Nei primi sette mesi sono 333.118 le tonnellate importate di riso lavorato confezionato, con un aumento del 55% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Si tratta di riso lavorato confezionato proveniente per il 30% dalla Tailandia, seguita con il 27% dalla Cambogia.

Anche l’Associazione Industrie Risiere Italiane ha richiesto alla Commissione di monitorare il fenomeno per contenere quanto prima una situazione che sta danneggiando tutti gli operatori della filiera. O si bloccano completamente le importazioni di riso lavorato confezionato oppure si deve prevedere una linea tariffaria specifica in grado di contrastare le importazioni incontrollate. L’intervento della delegazione italiana è stato sostenuto dal Portogallo e dalla Francia.

L’alimentare è un settore strategico

“Il nostro Paese può ancora contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto. Abbiamo i primati produttivi, in Piemonte, di riso, vino, prodotti ortofrutticoli, salumi e formaggi. In questa emergenza Covid-19 il settore alimentare ha dimostrato la sua strategicità. Per questo è fondamentale la valorizzazione del Made in Piemonte. Servono azioni ad hoc, soprattutto ora, per far emergere la consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo” concludono Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale. Autore: Giulia Varetti

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