L’EUROPA VUOLE STRAPPARE LA SECONDA ETICHETTA

La presenza di un decreto nazionale sull’etichettatura d’origine obbligatoria e di un regolamento europeo che la renderà facoltativa sta generando molta confusione. Ma il braccio di ferro tra l’Italia e l’Europa sulle etichette non riguarda solo l’origine della materia prima. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali precisa infatti che il decreto per l’obbligo di indicare lo stabilimento di lavorazione e confezionamento in etichetta è pienamente in vigore, anche se Bruxelles si è opposta alla notifica. Secondo il governo italiano, il provvedimento risponde a ragioni di tutela del consumatore e garanzia della massima trasparenza nella filiera alimentare italiana. L’Ue non la pensa allo stesso modo, avendo definito irricevibile la nostra notifica, ma in merito alle procedure, il governo ha tempestivamente risposto alla Commissione, opponendosi alla irricevibilità della notifica e argomentando le ragioni della sua piena correttezza: essa rientra nel modello dell’articolo 114 de TFUE, in quanto finalizzata a mantenere nel nostro ordinamento una disciplina previgente (quella del 1992) per ragioni di tutela della salute pubblica. Questa interlocuzione con la Commissione è ancora in corso, il decreto è pienamente in vigore e il Governo conta di risolvere in modo positivo la vicenda. «Continueremo a difendere i consumatori – dichiara il Vice Ministro Andrea Olivero – con scelte trasparenti su origine e stabilimento in etichetta perché sono uno strumento fondamentale per la tutela del Made in Italy. Stupiscono certe polemiche politiche da chi invece di chiedere alla Commissione europea di rispondere positivamente alle richieste di trasparenza dell’Italia, si schiera a favore delle lobby che dice di combattere». (LEGGI IL DOSSIER SULLE ETICHETTE)

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