IL DOTTOR SOSTENIBILE

Qualche anno fa, Curti riso gli affidò il progetto per la tracciabilità del riso italiano, concepito con la Coldiretti. Il risultato non fu esaltante, forse perchè il sistema era macchinoso, forse perchè il mercato non era pronto, forse perchè, ad eccezione del biologico, non si è ancora scoperto un ingrediente “morale” che il consumatore sia disposto a pagare un centesimo in più. Fatto sta che recentemente Alessandro Irico riappare alla corte del dottor Scotti, uno dei pochi imprenditori del settore che con il consumatore ci parla, esattamente come il padre parlava con il riso, di cui era uno dei maggiori conoscitori nel mondo industriale. Ma che ci fa l’Irico a Pavia? La sostenibilità. Ah, beh, sì beh, canterebbe Iannacci. Ed invece, a Valle Lomellina i suoi ex colleghi hanno subito drizzato le antenne. Ma anche a Robbio, dove ha sede invece la Riso Gallo. Perchè la sostenibilità è il nuovo mantra dell’industria alimentare e perchè finora molti ci hanno investito e nessuno ci ha guadagnato. Qualche anno fa la Knorr ha lanciato un marchio sostenibile che, almeno nel settore risicolo, è stato accolto freddamente. Poi si è impegnata la Kellogg’s, che ha concepito addirittura una piattaforma per insegnare ai risicoltori a coltivare in modo sostenibile. Progetto inizialmente segretissimo, quello di Sairisi, ma, a quanto si dice, dai numeri non eccezionali, tant’è vero che il buon Irico in pochi mesi avrebbe raccolto più adepti: un centinaio di aziende agricole. Perché, ed è il senso di quest’investimento, la sostenibilità per ora funziona non tanto come valore aggiunto del prodotto ma del rapporto di fornitura, cioè come chiave per legare a sé gli agricoltori e creare un sistema di filiera. Ecco come.

Signor Irico, è vero che sta organizzando una piattaforma per acquistare dai risicoltori italiani riso sostenibile?

Riso Scotti sta operando con un partner specializzato per approfondire la conoscenza del mondo agricolo; l’obiettivo è quello di capire come indirizzare le risorse comuni per aumentare la sostenibilità della produzione; dal risone al prodotto finito confezionato.  Non siamo ancora vicini ad una vera e propria piattaforma ma abbiamo contattato e raccolto informazioni da più di 100 produttori per capire la reale situazione agricola e condividere con la produzione primaria le più rilevanti problematiche.

Cos’è il riso sostenibile per Scotti?

Il riso sostenibile per Riso Scotti è una situazione di cooperazione tra produttore e riseria che permetta alla filiera del riso Italiana di poter pensare ad un futuro a lungo termine in modo concreto.

Quali caratteristiche deve avere il prodotto?

La produzione sostenibile deve avere un giusto equilibrio tra la redditività per il produttore e le migliori caratteristiche possibili per il cliente finale.

Ci sarà un contratto di coltivazione per varietà?

Non possiamo negare che il contratto di coltivazione sia il coronamento del progetto di sostenibilità, ma allo stesso tempo non abbiamo ambizione di obbligare il produttore con una qualsiasi forma di vincolo.  Crediamo che a livello contrattuale, se necessario, verrà trovata una soluzione ideale per entrambe le parti.

E’ vero che siete usciti da Sai platform, la piattaforma nata per lanciare il marchio Sai risi?

Riso Scotti non è iscritta a SAI platform quindi non è mai stata membro ufficiale di SAIRISI.  Riso Scotti partecipa agli eventi di SAIRISI in quanto invitata da un cliente internazionale che fa parte dei soci fondatori di Sai platform.

Come verrà trasferito al consumatore il concetto di sostenibilità?

Il messaggio al consumatore al momento non è la nostra priorità; siamo concentrati sulla costruzione di valore, che verrà raccontato al consumatore in una fase successiva. Il nostro riferimento sarà comunque la valorizzazione del territorio e della tradizione.

Quanto investite in questo progetto?

Al momento non abbiamo necessità di grandi investimenti, se non la fornitura di servizi di consulenza agronomica ed analitici ai produttori.

Quando sarà lanciato ufficialmente?

Abbiamo ambizione di fissare gli obiettivi del nostro progetto e consolidare i rapporti con i produttori partner entro il nuovo raccolto.  Riteniamo che il 2019 possa essere l’anno del lancio.

Quanto riso sostenibile trasformerete?

I nostri obiettivi non saranno mirati alla quantità di prodotto ma saranno legati al numero di agricoltori ed alle superfici coltivate. 

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