COME RIAPRONO I RISTORANTI?

Da oggi, sabato 23 maggio, in Piemonte si riaprono le porte dei ristoranti. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni titolari della provincia di Novara, che hanno fatto scelte diverse anche legate alla collocazione del locale, al numero di coperti e al tipo di clientela.

Dal delivery alla riapertura dei ristoranti

Roberta Linda Calza, titolare di Pane Amore Poderia a Casalbeltrame (NO), già durante la chiusura aveva deciso di pensare a una trasformazione. Durante la settimana era soprattutto il pranzo di lavoro il cavallo di battaglia: questo tipo di offerta aveva ovviamente risentito delle chiusure o delle variazioni dei ritmi delle aziende e del polo logistico della vicina Biandrate. Se quindi è stato attivato un servizio di consegna a domicilio, ora si riaprono le porte, sfruttando l’ampiezza della sala ma soprattutto il caratteristico dehors, all’interno del Cascinale dei Nobili e affacciato sul Museo Etnografico dell’Attrezzo Agricolo ‘L Civel.

“Prima della riapertura tutti ci siamo sottoposti alle analisi sierologiche, in modo da avere tutte le informazioni necessarie e le tutele del caso. Quando abbiamo avuto le linee guida sulla riapertura dei ristoranti abbiamo avuto la conferma di ciò che immaginavamo: la distanza di 1 metro tra le persone (noi ovviamente chiediamo se si tratta di un nucleo familiare o meno) influisce sugli spazi soprattutto per il pranzo di lavoro. La sala ritornerà ad essere un punto forte, perché oltre allo chef ora saremo noi a dover rafforzare l’esperienza. Anche la scelta di come consegnare il menu sarà importante (cartaceo o digitale), per dare un servizio non distaccato. Punteremo sul menu famiglia e sui pic nic tra buon gusto e cultura”.

Diverso per gli agriturismi

Giovanni Cusaro, titolare dell’Agriturismo Vignarello di Tornaco (NO), sottolinea come l’azienda agricola abbia potuto continuare la sua attività, con uno stop forzato solo al ristoro e all’ospitalità (stop drammatico, visto che la stagione primaverile è sempre piena di cerimonie e banchetti). “Certo, l’avere ampi spazi verdi e agricoli aiuta la ripartenza degli agriturismi rispetto ai ristoranti cittadini: oltre alle sale e al portico con zanzariera, verranno proposti pic nic nel frutteto, lezioni all’aperto sulle erbe aromatiche e officinali, un percorso vita, gli orti in affitto, la carta delle tisane e dei centrifugati. Vai nell’orto o nel frutteto, raccogli i tuoi ingredienti e noi te li prepariamo. Questo sarà il nostro modo di ripartire, insieme ad asporto e consegne a domicilio che resteranno attivi”.

C’è chi continua con le consegne

C’è anche chi per ora non apre e continua solo con la consegna a domicilio. “Osteria Buraiga & Gustamante continuano con il delivery. Non apriamo con queste regole. Scusateci.” è la dichiarazione di Luca Corradino, chef dell’Osteria Buraiga di Fontaneto d’Agogna (NO). Il distanziamento che impone la riduzione dei coperti, i dispositivi di protezione che fanno cambiare l’esperienza, l’apprezzamento per il servizio a domicilio e la richiesta costante (Corradino ha scelto di consegnare in tutta la provincia) hanno fatto prendere questa decisione. Che fa parte dei tanti cambiamenti e delle evoluzioni che i ristoranti hanno avuto in questo periodo. Autore: Giulia Varetti

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