RISOTTO D’INVERNO

In queste gelide giornate prepariamo un piatto gustoso e tipicamente invernale: il risotto all’arancia e zucca secondo i consigli di Giancarlo Lazzarini, chef amatoriale.

Considerando dosi per 4 persone occorrono:

220 g. di riso S.Andrea della Baraggia DOP Biellese e Vercellese
1 litro di brodo vegetale
300 g. di zucca
2 arance
2/3 foglie di alloro
Rosmarino, sale, pepe e olio extravergine d’oliva q.b.

Iniziamo con la preparazione del brodo vegetale. In una pentola mettiamo a bollire per circa 35-40 minuti 1 l di acqua con una carota, una cipolla, una costa di sedano ed uno spicchio di aglio.

Grattugiamo la zucca, uniamola a due cucchiai di olio in una pentola bassa e larga e lasciamola ammorbidire per un paio di minuti. Dopo aver aggiunto l’alloro ed un mestolo di brodo lasciamo insaporire a coperchio chiuso per 5-6 minuti.

Tritiamo finemente un po’ di rosmarino ed aggiungiamo 3 cucchiai di olio e la buccia di mezza arancia grattugiata. Teniamo il trito da parte per la decorazione.

Tostiamo il riso per un paio di minuti, incorporiamo il succo e la buccia grattugiata delle 2 arance e man mano versiamo il brodo filtrato.

A cottura ultimata mantechiamo il risotto con una noce di burro. Impiattiamo distribuendo la zucca ed un cucchiaio del trito preparato precedentemente. Buon appetito!

Giancarlo Lazzarini, la firma del risotto

La passione per la cucina nasce sin da piccolo nelle cucine di due grandi cuoche: la mamma e la nonna. La vacanza in Malesia con la famiglia nel 2009 si rivela una grande occasione. Qui il manager del resort in cui soggiorna gli propone-dopo una lunga chiacchierata-di preparare un buon piatto italiano. Il successo è assicurato, ma Lazzarini rifiuta la proposta di lavorare nel Sud Asiatico.

La passione e l’impegno lo portano ad aprire la pagina “Piatti preziosi”. A chi chiede allo chef amatoriale (come viene appellato da amici e followers) la sua filosofia in cucina risponde con semplici parole: «Faccio in modo di far vivere un’esperienza sensoriale, visiva prima, gustativa poi. Perché quest’armonia è l’Amore che desidero trasmettere a chi siede alla mia tavola».

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