LA ROMAGNA NEL RISOTTO: IL MARRONE DI CASTEL DEL RIO IGP

Il nostro viaggio tra i prodotti e le preparazioni tipici della Romagna è sempre più autunnale. Con il settimanale romagnolo Il Ponte, vediamo come utilizzare nel risotto le castagne e il pregiato marrone di Castel del Rio IGP!

Riso, castagne e marroni

L’impiego più tradizionale di castagne e marroni con il riso è la preparazione della minestra di riso, latte e castagne. Si tratta di una minestra densa e cremosa, che può essere preparata anche con le castagne secche, avendo l’accortezza di lasciarle a bagno per un’intera giornata. Nella versione valdostana, viene servita con una fetta di fontina e messa in forno a gratinare. Il risotto con zucca e marroni, invece, è una preparazione gustosissima e autunnale, che spesso viene insaporita con l’aggiunta del gorgonzola. Un abbinamento piuttosto particolare, è quello del risotto con castagne a fettine e pancetta: il risultato ha sempre il giusto bilanciamento tra il dolce di castagne e marroni e la punta sapida del salume. Lo stesso ragionamento si fa sostituendo la pancetta con il lardo: per accentuare i sapori d’autunno una proposta sfiziosa è quella del risotto con cachi, marroni e lardo.

Per preparare un buon risotto, il suggerimento è sempre lo stesso: scegliere una varietà di riso della categoria Lungo A o “da risotto”. Se vogliamo un risotto cremoso senza esagerare con la mantecatura, scegliamo varietà come il Sant’Andrea o il Baldo, mentre se vogliamo che i chicchi restino ben sgranati e al dente prediligiamo varietà come il Carnaroli e l’Arborio. Per le minestre, invece, puntiamo sempre su risi della categoria Tondo, come il Balilla e l’Originario, da sempre utilizzati per le preparazioni in brodo.

Il marrone di Castel del Rio IGP

Dal 1985 il Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio promuove il recupero e il mantenimento delle “selve castanili”, i boschi di castagno dell’Alta Vallata del Santerno, nell’Appennino bolognese, dove si raccolgono i marroni di Castel del Rio. Questo marrone si distingue perché è più dolce e profumato, dai forti sentori del bosco. Ha anche forma oblunga e pezzatura ben maggiore della castagna (in un riccio ci sono al massimo 3 frutti). La sua buccia scura, inoltre, si asporta con estrema facilità. Autore: Giulia Varetti

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